30 Giugno 2023

Combattere l’espansione urbana in Svizzera attraverso la revisione della legge LAT 2

La Svizzera sta affrontando una sfida.

La sua popolazione in crescita sta spingendo lo sviluppo urbano nei cantoni, mettendo in contrasto il principio dell’urbanizzazione con la tutela del paesaggio.

L’obiettivo principale della revisione della LAT 2 è trovare un equilibrio tra le esigenze della vita urbana moderna e la protezione del paesaggio.

L’obiettivo è proteggere i terreni coltivabili, preservare le aree naturali e limitare le costruzioni al di fuori delle zone edificabili.

In questo articolo analizzeremo più in dettaglio il principio della revisione di questa legge e analizzeremo la legislazione esistente in Svizzera sulle sfide dell’urbanizzazione e della tutela del paesaggio. 

In seguito, esamineremo le posizioni dei vari partiti politici sul tema dell’edificazione al di fuori delle zone edificabili.

Infine, esamineremo le restrizioni imposte all’agricoltura.

La revisione della legge LAT 2: un passo in più o una svolta cruciale per la Svizzera?

In realtà, si tratta di entrambe le cose!

L’obiettivo del processo è quello di adattare la legislazione esistente alle sfide dello sviluppo urbano e della conservazione del paesaggio.

L’equilibrio è ancora delicato, perché la revisione propone misure per regolamentare meglio le costruzioni al di fuori della zona edificabile e per dare più potere ai Cantoni nella pianificazione dell’ambiente costruito.

Naturalmente, le divergenze di opinione sono al centro del dibattito e il livello di regolamentazione e la divisione delle responsabilità tra il livello federale e i Cantoni sono messi in discussione.

Cosa si può dire della legislazione esistente in Svizzera su questo tema?

La legge sulla pianificazione territoriale è entrata in vigore nel 1979.

Essa stabilisce un quadro normativo per la pianificazione e l’utilizzo del territorio in Svizzera.

La LAT definisce le zone edificabili, vale a dire :  

  • zone destinate allo sviluppo urbano e all’edilizia.
  • le zone non edificabili, ossia i terreni agricoli, le aree naturali e i paesaggi da proteggere.

Inoltre, mira a prevenire la dispersione delle costruzioni al di fuori delle aree designate. 

Questo fenomeno è noto comeespansione urbana.

Le linee guida e le regole per la pianificazione territoriale sono definite nei piani direttori cantonali e nei piani regolatori comunali, a livello regionale e locale.

Infine, i Cantoni hanno un certo grado di autonomia per adattare le regole alle loro specifiche circostanze regionali.

L’espansione in Svizzera varia da Cantone a Cantone, a causa delle caratteristiche regionali specifiche e delle politiche di pianificazione territoriale di ciascun Cantone.

Cosa hanno da dire i vari partiti politici sull’espansione urbana e su questa revisione?

Il PLR insiste sul fatto che i Cantoni dovrebbero assumersi la responsabilità della pianificazione delle aree edificate e sostiene un approccio decentralizzato e norme meno restrittive a livello federale.

Il PS, affiancato dai Verdi, vuole preservare le aree naturali, i paesaggi e i terreni agricoli. Sono favorevoli a limitare le costruzioni al di fuori delle zone edificabili.

L’SVP e il CVP adottano un approccio più sfumato, cercando di trovare un equilibrio tra gli interessi delle varie parti interessate.

E le restrizioni imposte all’agricoltura?

La LAT impone una serie di restrizioni all’agricoltura:

  • norme sull’ampliamento dei fabbricati agricoli.
  • limitazioni all’uso di terreni agricoli per scopi non agricoli.
  • misure per la conservazione delle aree naturali.

Fortunatamente, sono state messe in atto misure e programmi di sostegno per sostenere l’attività agricola e contribuire a metodi più sostenibili. Tra questi, l’agricoltura biologica, l’agroforestazione e la rotazione delle colture per fertilizzare il suolo e limitare l’uso di prodotti chimici.

Il 15 giugno 2023, l’Assemblea nazionale ha adottato la revisione della LAT 2 e si è opposta all’iniziativa popolare “contro la cementificazione del nostro paesaggio”.

I Cantoni saranno responsabili della stabilizzazione del numero di edifici nelle aree non edificabili entro 5 anni.

 

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